L’omeopatia è un metodo terapeutico basato sull’applicazione della legge della similitudine. “Ogni sostanza capace a dosi ponderali di provocare dei sintomi in un soggetto sano, può, a dosi deboli, guarire gli stessi sintomi in un soggetto malato”.
Alcune esemplificazioni possono essere d’aiuto per la comprensione delle basi dell’omeopatia. Consideriamo come la puntura dell’ape provoca in un soggetto sano la brusca comparsa di bruciore e dolore trafittivo con edema rosato, migliorato con applicazioni fredde. Lo stesso veleno (Apis mellifica), a dosi omeopatiche, può curare ogni tipo di eruzione cutanea caratterizzata da edema rosato, migliorata da applicazioni fredde, come l’orticaria, l’eczema o l’eritema solare.
Allo stesso modo se si taglia una cipolla gli occhi cominceranno a lacrimare e compariranno abbondanti secrezioni nasali acquose. La stessa cipolla (Allium cepa) in dosi deboli, sarà il rimedio delle manifestazioni del raffreddore e della rinite allergica.
Ed ancora: ciascuno conosce gli effetti di abuso di caffè, caratterizzati da ipereccitazione mentale ed insonnia. Secondo il principio omeopatico il caffè (Coffea cruda), somministrato in dosi deboli, è indicato nell’insonnia con attività mentale esaltata.
In definitiva, in omeopatia si tratta di confrontare due realtà simili: da una parte i sintomi rilevati dal paziente, dall’altra i sintomi riferiti da soggetti sani nel corso dell’assunzione volontaria, accidentale o professionale di sostante attive.
La legge di similitudine è stata intuita già da Ippocrate nel III secolo a.C.: “I simili sono curati dai simili”. Successivamente Paracelso (1493-1542) individua l’importanza della dose: “La nozione di veleno dipende esclusivamente dalla dose”:
La parola omeopatia significa letteralmente “patire il simile” (dal greco omoios - simile, somigliante, e pathos - sofferenza, malattia, esperienza) e fu introdotta dal medico tedesco Samuel Hahnemann.
Il nome, con l’aforisma da cui deriva, “similia similibus curantur” è in contraddizione al principio della medicina tradizionale che recita “contraria contrariis curantur”. Se la legge di similitudine è l’asse attorno a cui ruota l’omeopatia, la sua applicazione richiede di cogliere la totalità e l’individualità dell’esperienza umana, preferendo un approccio globale e personalizzato al malato.
La scienza medica naturale omeopatica presenta numerosi vantaggi:
I medicinali omeopatici sono preparati a partire da materie prime naturali del mondo vegetale, animale e minerale
L’uso dei medicinali in piccole dosi assicura l’assenza di tossicità diretta e di effetti secondari
L’omeopatia cura il paziente stimolando le risposte specifiche per il ripristino dell’equilibrio della salute
L’omeopatia consente di trattare la malattia in maniera dolce, rapida ed efficace
L’omeopatia osserva l’uomo nella sua totalità ed individualità
L’omeopatia propone trattamenti personalizzati
L’omeopatia considera la persona inserita nel proprio contesto e secondo lo stile di vita del singolo individuo
L’assenza di tossicità rende l’omeopatia ideale per il trattamento di affezioni in età pediatrica, nella terza età ed in gravidanza
L’omeopatia è perfettamente compatibile e complementare nei confronti di altri metodi terapeutici
Le diluizioni deboli o infinitesimali impiegate in omeopatia sono la conseguenza logica del principio della similitudine. Dal momento che vengono utilizzate spesso sostanze tossiche, è necessario somministrare una dose capace di stimolare la reazione del paziente, senza aggravarne i sintomi. La diluizione è il punto di arrivo dell’opera di Hahnemann: “La diluizione sempre più spinta del prodotto omeopatico non ne diminuisce l’attività, purché venga fatta un’accurata succussione ad ogni passaggio. Al contrario se ne elimina la tossicità e spesso se ne evidenziano nuove proprietà, soprattutto a livello psichico” (Nota: succussione: scuotimento).
La materia prima di partenza per la preparazione dei medicinali omeopatici può essere di origine vegetale, animale o minerale. Dopo la raccolta delle sostanze di base, si procede alla preparazione della tintura madre, soluzione concentrata ottenuta per macerazione delle sostanze di base in alcool. A partire dalla tintura madre si procede alla diluizione progressiva, associata alla succussione eseguita ad ogni passaggio di diluizione, senza la quale il medicamento omeopatico non avrebbe attività terapeutica. Il metodo più comune di diluizione e dinamizzazione mediante succussione è quello definito da Hahnemann, secondo la scala decimale o centesimale. Le abbreviazioni comunemente utilizzate sono DH o CH dove in primo carattere si riferisce alla diluizione, mentre la lettera H fa riferimento proprio all’iniziale del cognome del medico tedesco.
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