La più antica pratica religiosa per prendere coscienza della propria energia vitale, armonizzarla ed incrementarla è la dottrina dello yoga (dal termine sanscrito yuga = giogo). Il concetto ha quindi il senso di sottoporre il corpo ad una particolare disciplina, attaccandolo al giogo come un animale, costituita in primo luogo da esercizi di respirazione e meditazione. Intorno al 700 a.C. troviamo il primo accenno allo yoga nelle Upanishad, una raccolta di scritti filosofici che rappresenta uno dei più importanti testi dell’induismo. L’obiettivo era l’unione con l’anima cosmica per provare l’amore perenne e la costante felicità, ma anche per diventare saggi ed illuminati.
Più di duemila anni fa, i primi yogi nell’antica India avevano intuito che l’energia vitale è in relazione con l’attenzione. Si tratta di un fenomeno che ha presumibilmente a che fare con la natura spirituale dell’energia vitale: essendo parzialmente costituita da spirito, può essere guidata mediante la coscienza. Naturalmente lo scopo dello yoga non è soltanto dirigere l’energia vitale, ma è molto più interessato alla via verso l’illuminazione e soprattutto all’addestramento della disciplina spirituale ed al raggiungimento della tranquillità. La mente distratta e l’energia vitale vengono quindi visti come due fattori che si disturbano reciprocamente, ragion per cui la meditazione mira ad annullare l’adesione ai pensieri che continuano ad affiorare, in modo che l’energia vitale possa fluire liberamente. L’energia vitale regola determinate funzioni corporee importanti, fra cui soprattutto il sistema neurovegetativo, che governa cuore e circolazione, digestione, irrorazione cutanea e temperatura senza bisogno di interventi volontari. Questa regolazione può essere paragonata ad un impianto di aria condizionata che, a seconda dei casi, rinfresca o riscalda. Perlopiù il sistema neurovegetativo funziona senza farsi notare e se ne percepisce l’esistenza solo quando la sua azione regolatrice va in tilt. Dato che questo sistema è strettamente connesso con l’energia vitale, i suoi disturbi ne provocano quasi sempre un notevole calo. L’esperienza mostra che chi soffre di grande stress, e quindi a lungo andare finisce per sviluppare un disturbo del sistema neurovegetativo che si manifesta con svariati sintomi quali stanchezza, estremità fredde, stitichezza, ed altri sintomi analoghi, subisce anche un indebolimento della propria energia vitale. Se quest’ultima è indebolita, si è più facilmente soggetti ad infezioni e ci si ammala più rapidamente a livello organico. Ben presto ci si trova quindi in un circolo vizioso, che ha avuto origine “soltanto” da un disturbo energetico.
La maggior parte delle funzioni vegetative può essere regolata solo indirettamente, per esempio mediante il biofeedback training: è possibile esercitare un influsso sulla frequenza cardiaca mentre la si percepisce sul monitor di un computer. Lo stesso vale per le tensioni muscolari in caso di emicrania e cefalea tensiva: anche esse possono essere rese visibili ed udibili. L’unica funzione vegetativa che può essere influenzata in maniera diretta ed intenzionale è la respirazione: se non potessimo respirare come vogliamo, non potremmo parlare e verremmo quindi privati di una fondamentale facoltà umana. Gli antichi yogi indiani avevano già riconosciuto il ruolo particolare della respirazione: grazie al respiro il discepolo dello yoga può influenzare e perfino riprogrammare la propria energia vitale non soltanto mediante l’attenzione, ovvero servendosi della mente o consapevolezza, ma anche in modo indiretto e meccanico. Per questo il controllo della respirazione è una delle colonne portanti dello yoga: attraverso una respirazione tranquilla, gli allievi di meditazione possono placare la mente volubile e nel contempo incanalare e dirigere la propria energia vitale.
In occidente, nel 1927, il neurologo Johannes Heinrich Schultz ha ideato, basandosi sullo yoga e l’ipnosi, un sistema di rilassamento chiamato “training autogeno”. In questo metodo hanno grande importanza i comandi auto ipnotici, come ad esempio “il mio respiro è tranquillo ed uniforme”: anche nel training autogeno il controllo della respirazione viene utilizzato come strumento fondamentale per il rilassamento mentale e neurovegetativo. Grazie alla meditazione gli yogi riescono a conseguire facoltà che rasentano il miracoloso, come la capacità di far quasi scomparire il proprio battito cardiaco e di rallentare il metabolismo al punto da poter essere sepolti vivi per svariati giorni.
Il sistema di movimento della GYROKINESIS® nasce con il nome dei Yoga per Danzatori. Come l’antica disciplina permette il recupero dell’energia vitale dell’organismo. Attraverso esercizi eseguiti in abbinamento con specifici modelli di respirazione il corpo viene condotto in uno stato di consapevolezza che rinvigorisce e rinforza mente e corpo.
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