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Il modello d'azione dei riflessi: come rinnovarlo attraverso la GYROKINESIS®


I riflessi sono risposte rapide ed automatiche a specifici stimoli. Essi sono in grado di mantenere l’omeostasi attuando continuamente rapidi aggiustamenti delle funzioni viscerali. La risposta è sempre la stessa: tutte le volte che viene attivato uno stesso riflesso, si scatena il medesimo tipo di risposta. Nel riflesso, le vie sensitive trasportano informazioni dai recettori periferici ad un centro di integrazione situazione nel sistema nervoso centrale e le fibre motrici veicolano comandi motori a effettori posti in periferia.


Il circuito relativo ad un singolo riflesso è chiamato arco riflesso. Quest’ultimo, come già anticipato, ha inizio con un recettore e termina con un effettore periferico quale una fibra muscolare o una cellula ghiandolare. Possono o meno entrare in gioco interneuroni, ovvero neuroni non sensitivi o motori.

Le fasi di un riflesso semplice possono essere così riepilogate:

  • Uno stimolo attiva un recettore. Il recettore può essere costituito da una cellula specializzata o dai dendriti (fibre minori) di un neurone sensitivo. I recettori sono sensibili a variazioni di tipo fisico o chimico che provengono dagli organi interni o dall’esterno del corpo. Appoggiando, ad esempio, una mano su un chiodo, vengono stimolati i recettori dolorifici localizzati nella mano che rispondono allo stimolo.

  • Attivazione di un neurone sensitivo. La stimolazione dei dendriti produce una polarizzazione graduata scatenando un potenziale d’azione che si propaga lungo gli assoni (conduttori di impulsi) dei neuroni sensitivi. L’informazione raggiunge il midollo spinale.

  • L’informazione viene elaborata nel sistema nervoso centrale. L’elaborazione dell’informazione inizia quando il proto neurone sensitivo rilascia neurotrasmettitori eccitatori a livello della membrana postsinaptica di un secondo neurone. Il neurotrasmettitore produce un potenziale eccitatorio che viene integrato con altri stimoli che arrivano contemporaneamente alla stessa cellula postsinaptica.

  • Attivazione di un motoneurone. Se l’elaborazione dell’informazione induce l’attivazione del neurone spinale, questo attiva motoneuroni che trasportano potenziali d’azione verso la periferia. Allo stesso tempo, rami collaterali del neurono spinale possono trasmettere la sensazione dolorifica ad altri centri sia del midollo spinale che dell’encefalo.

  • Risposta dell’effettore periferico. Il rilascio di neurotrasmettitori ai terminali assonici comporta la risposta di un effettore periferico - nel caso specifico un muscolo scheletrico la cui contrazione allontana la mano dal chiodo. Quindi la risposta riflessa di solito tende a rimuovere o ad opporsi allo stimolo originario. In questo caso la contrazione muscolare allontana la mano dallo stimolo doloroso. Questo arco riflesso è un tipico esempio di feedback negativo.

Il riflesso da stiramento, o riflesso miotatico, è il riflesso monosinaptico più noto che regola in maniera automatica la lunghezza di un muscolo scheletrico. Il riflesso monosinaptico è l’esempio più semplice di arco riflesso, poiché coinvolge solo una sinapsi nel sistema nervoso centrale. Un esempio ben conosciuto di riflesso da stiramento è il riflesso patellare, quello innescato dal medico che colpisce il tendine rotuleo con un martelletto, provocando lo stiramento del quadricipite e la sua successiva contrazione in risposta opposta allo stimolo ricevuto.

Molti riflessi da stiramento sono riflessi posturali che cooperano per mantenere la stazione eretta. Il mantenimento di quest’ultima richiede infatti la cooperazione di svariati gruppi muscolari, alcuni dei quali lavorano in maniera opposta esercitando forze che spostano il peso del corpo sui piedi. Se il peso del corpo viene spostato in avanti, i ricettori di stiramento del polpaccio vengono stimolati ed i muscoli che tendono a riportare il corpo in posizione eretta incrementano il loro tono. I muscoli posturali posseggono normalmente un tono piuttosto elevato e sono molto sensibili allo stiramento. Il risultato è che vengono attuato continui aggiustamenti, del tutto inconsci, della contrazione e del rilascio dei muscoli.


I riflessi di fuga provocano l’allontanamento di parti del corpo dallo stimolo. I più efficaci sono quelli che si estrinsecano in seguito a stimoli dolorosi, sebbene possano essere scatenati anche dalla stimolazione di recettori pressori o tattili. Il riflesso flessore, un tipico esempio di riflesso di fuga, interessa i muscoli di un arto.

Se si afferra accidentalmente il manico rovente di una padella, si scatena un evidente riflesso flessore. Quando i recettori dolorifici della mano vengono stimolati, i protoneuroni sensitivi attivano i neuroni del midollo spinale che stimolano i motoneuroni in modo da far contrarre i muscoli flessori che allontanano la mano dal manico arroventato.


I riflessi di fuga presentano un’estrema versatilità poiché i neuroni sensitivi possono attivare svariati pool interneurali, gruppi funzionali di neuroni interconnessi tra loro. La gamma degli effetti, la forza ed il tipo di risposta motoria che ne derivano, dipendono dall’intensità e dalla localizzazione dello stimolo. Nel caso esaminato, se la sensazione ha modesta intensità, provoca una contrazione di breve durata dei muscoli della mano e del polso. Se lo stimolo è più intenso, si scatena una contrazione muscolare coordinata che interessa non solo i muscoli della mano e del polso, ma anche quelli dell’avambraccio e del braccio. Stimoli francamente dolorosi portano alla contrazione anche dei muscoli della spalla e del tronco. Le suddette contrazioni, grazie all’attivazione di circuiti riverberanti, possono persistere fino ad alcuni secondi.


I riflessi da stiramento e di fuga esaminati coinvolgono archi riflessi ipsilaterali: lo stimolo sensitivo e la risposta motoria si attuano dallo stesso lato del corpo. il riflesso estensore crociato coinvolge, invece, archi riflessi contro laterali, poiché viene scatenata una risposta motoria anche nella parte opposta a quella stimolata.

Se si poggia un piede su un chiodo, il riflesso flessore provoca l’allontanamento del piede dallo stimolo, poiché vengono stimolati neuroni eccitatori dei muscoli flessori dell’arto interessato, mentre vengono inibiti i muscoli estensori del medesimo arto che , se contratti, inibirebbero il riflesso flessore. Il riflesso estensore crociato si stabilisce contemporaneamente, perché rami collaterali dei secondi neuroni sensitivi e di interneuroni inibitori passano dalla parte opposta del midollo spinale, ove controllano i motoneuroni che innervano i muscoli della gamba contro laterale non sottoposta allo stimolo. I secondi neuroni sensitivi stimolano i motoneuroni che controllano i muscoli estensori, mentre gli interneuroni inibitori provocano il rilasciamento dei muscoli flessori. Il risultato netto è che la gamba opposta a quella che ha ricevuto lo stimolo si contrae per controbilanciare la variazione di carico dovuta alla flessione dell’altra gamba.


Una risposta così articolata, rispetto al riflesso monosinaptico, viene chiamata riflesso polisinaptico, responsabile delle risposte automatiche che si instaurano, appunto, durante lo svolgimento di movimenti complessi quali camminare o correre.

Il corpo umano possiede una innata capacità di reazione automatizzata agli stimoli percepiti nell’ambiente. E’ comunque in grado di acquisire nuove abilità di risposta, con i così detti riflessi acquisiti o condizionati, risultanti dall’esperienza e dalla continua ripetizione eseguita al fine di entrare in un’azione consapevole e non meccanica.

Il nostro organismo dopo aver provato e riprovato, registra ogni situazione che si sta verificando, stimolando attraverso impulsi i muscoli agonisti ed antagonisti ad irrigidirsi o rilassarsi. Verrà creato così un modello di movimento contenente tutte le indicazioni per eseguire un’azione in modo automatico: rappresenta, dunque, il pacchetto di comandi di riferimento per l’esecuzione dei gesti motori abituali.


Il sistema della GYROKINESIS®, fornisce al corpo un’esperienza completamente nuova di movimento, capace di resettare i meccanismi, ormai consolidati, nell’organismo. La ripetizione delle sequenze proposte non risulta mai noiosa: gli esercizi di GYROKINESIS®, infatti, vengono eseguiti in diverse posizioni a corpo libero: seduti, distesi, in ginocchio, piuttosto che nella stazione eretta. In questo modo ogni singolo individuo potrà sperimentare, nella condizione che più gli si adatta, nuovi range di movimento. La consapevolezza acquisita con l’esercizio renderà possibile creare nuovi percorsi neuronali e nuove reazioni alle sollecitazioni dell’ambiente esterno. La scoperta di nuove possibilità di movimento renderà possibile un vero e proprio rinnovamento fisico e mentale. Solo trovando nuove strade sarà possibile iniziare nuovi viaggi.

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