Quando parliamo di omeostasi facciamo riferimento all’attitudine, propria degli esseri viventi, a mantenere intorno a un livello prefissato il valore di alcuni parametri interni, disturbati di continuo da vari fattori sia esterni che interni. All’insieme ordinato dei sottosistemi che compongono l’organismo umano è preposta una rete di sistemi di controllo, il cui intervento simultaneo regola il flusso di energia e di metaboliti, in modo da conservare immutato, o quasi, l’ambiente interno, indipendentemente dalle modificazioni di quello esterno. Quello dell’autoregolazione degli organismi viventi è un concetto fondamentale della biologia moderna, formulato alla fine del 19° sec. dal fisiologo francese C. Bernard che lo sintetizzò nella classica espressione di «fixité du milieu intérieur», con la quale si affermava come si dovesse ritenere essenziale per la vita degli organismi superiori la costanza della composizione chimica e delle proprietà fisiche del sangue e degli altri liquidi biologici. Mantenere l’omeostasi è assolutamente vitale per la sopravvivenza di un organismo. L’incapacità di mantenerla porta subito alla malattia o, nel peggiore dei casi, alla morte. Il principio dell’omeostasi è il fondamento della moderna fisiologia.
La regolazione omeostatica è l’adattamento dei sistemi fisiologici per preservare l’omeostasi in ambienti che sono spesso instabili, imprevedibili e potenzialmente pericolosi. La comprensione della regolazione omeostatica è cruciale per fare accurate previsioni sulle risposte del corpo in condizioni sia normali che anomale. Il mantenimento di una temperatura relativamente costante nell’ambiente in cui si vive è un esempio familiare di omeostasi. Come tutti i regolatori omeostatici esso consiste di un recettore, o sensore, in questo caso un termometro che è sensibile alla variazione di un determinato parametro ambientale, che è lo stimolo; un centro di controllo o di integrazione, in questo caso il termostato che riceve e processa le informazioni fornite dal recettore e in grado di inviare comandi; un effettore in questo caso un condizionatore d’aria, che risponde a questi comandi rispondendo allo stimolo. L’effetto netto è che qualsiasi variazione al di fuori dei limiti normali, innesca una risposta che ripristina le condizioni normali. Il controllo omeostatico non è preciso, esso mantiene un intervallo normale piuttosto che un valore assoluto. Lo stesso concetto è valido per il controllo della temperatura in una stanza: in una casa il termostato può essere situato su una parete della stanza mentre i diffusori dell’aria condizionata possono essere localizzati in diverse posizioni. Nel tempo la temperatura nella casa oscillerà attorno al valore di riferimento.
Parlando di omeostasi è necessario sviluppare il concetto di feedback. Il meccanismo di feedback si verifica quando la stimolazione recettoriale innesca una risposta che cambia l’ambiente percepito dal recettore. Nel caso del controllo della temperatura da parte di un termostato, la variazione della temperatura al di fuori dell’intervallo desiderato, innesca una risposta automatica che corregge la situazione. Questo metodo di regolazione omeostatica è chiamato feedback negativo, perché un effettore, attivato dal centro di controllo, si oppone o neutralizza lo stimolo iniziale. Il feedback negativo, pertanto, tende a minimizzare i cambiamenti, mantenendo le variazioni nei sistemi corporei all’interno di limiti compatibili con la nostra sopravvivenza a lungo termine. I meccanismi omeostatici che usano il feedback negativo normalmente ignorano variazioni di piccola entità e servono, quindi, a mantenere un intervallo normale di valori, piuttosto che un valore fisso. Il processo di regolazione è di per se dinamico, perché il valore di riferimento può variare con le variazioni degli ambienti o con differenti livelli di attività. Per esempio quando si è svegli ed in una condizione di riposo, il valore di riferimento della termoregolazione è più basso, mentre quando si lavora all’aperto durante una giornata assolata o quando si ha la febbre, è più alto. Pertanto la temperatura del corpo può variare di giorno in giorno, di momento in momento, per ciascun individuo, a causa di piccole oscillazioni attorno al valore di riferimento o a causa di variazioni dello stesso valore di riferimento. Variazioni simili avvengono in tutte le altre situazioni fisiologiche.
Nel feedback positivo uno stimolo iniziale produce una risposta che amplifica o favorisce la variazione rispetto alla condizioni iniziali piuttosto che contrastarla. Ci si imbatte raramente in un feedback positivo nella vita di tutti i giorni e tali circuiti si attivano, in genere, quando un processo potenzialmente pericoloso o stressante deve essere fermato rapidamente, prima che l’omeostasi possa essere restaurata. Ad esempio, il pericolo immediato che deriva da una ferita grave è la perdita di sangue, la quale può abbassare la pressione ematica e ridurre l’efficienza cardiaca. Tutti i sistemi dell’organismo contribuiscono al mantenimento dell’omeostasi, ma il principale centro di controllo è rappresentato dal sistema nervoso centrale, che determina il tipo di risposta più appropriata. Particolarmente importante è poi il ruolo del sistema endocrino (a sua volta dipendente da quello nervoso, attraverso l’ipotalamo), che controlla e regola gli altri sistemi dell’organismo; la sua risposta è tuttavia lenta (minuti, ore, giorni), al contrario di quella messa in atto dal sistema nervoso, che reagisce invece prontamente (frazioni di secondo o secondi), ma i cui effetti sono di breve durata. Pertanto, la cooperazione tra i due sistemi fornisce metodi di controllo complementari.
Gli stimoli rappresentati dalle modificazioni dell’ambiente esterno e interno sono riconosciuti e convogliati, tramite i nervi afferenti, al midollo spinale e all’encefalo, che li analizzano, li associano e li confrontano per mezzo di un processo d’integrazione. Dopo essere stati vagliati, i messaggi in risposta agli stimoli perturbanti sono inviati, attraverso le vie nervose efferenti, tanto ai muscoli quanto alle ghiandole. A volte, per una singola variabile (come per la pressione arteriosa e la temperatura) si hanno sistemi di controllo multipli, che servono a garantire il mantenimento di un determinato livello anche quando non tutti i recettori e gli effettori di cui consistono sono funzionanti. Questa ridondanza rappresenta una maggiore garanzia di controllo. Pressoché tutti i processi fisiologici sono regolati, a ogni livello, da questi sistemi di controllo, che permettono all’essere vivente di adattare la propria individualità biologica, in modo tale da preservarne le costanti contro le sollecitazioni dell’ambiente. Le alterazioni patologiche si verificano, infatti, allorché lo stimolo è eccessivo e/o la risposta non è idonea a soddisfare questa esigenza di equilibrio e di stabilità dell’organismo.
La pratica del sistema di movimento della GYROKINESIS® costituisce per l’organismo un vero è proprio sistema di omeostasi. Gli esercizi che stimolano il corpo nella sua interezza ed organicità tutelando il nostro equilibrio fisico e mentale: la consapevolezza conquistata con la GYROKINESIS®, infatti, è il frutto del suo approccio olistico nei confronti dell’individuo. L’uomo è considerato come un’unità di corpo, mente e spirito. La GYROKINESIS® sfrutta i punti di forza di diverse discipline come il tai chi, il nuoto e lo yoga per rinnovare e preservare la stabilità del nostro essere e l’efficacia della comunicazione tra recettori ed effettori. La mobilizzazione della colonna vertebrale, sollecitata in tutte le sue possibili direzioni di movimento, migliora infatti la trasmissione delle informazioni tra il sistema nevoso centrale, il sistema endocrino, il sistema immunitario in modo che tutto l’organismo si mantenga vigile e vigoroso.
コメント