L’organizzazione anatomica di un’articolazione sinoviale ne determina il movimento.
Un’accurata descrizione delle funzioni di un’articolazione include termini che indicano i tipi di movimento permessi. Utilizzeremo un semplice modello di riferimento, al quale è possibile ricorrere in modo estremamente facile, per descriverli nel dettaglio.
Si prenda una matita e la si ponga dritta sulla superficie di un tavolo. La matita rappresenta l’osso ed il banco la superficie articolare. Con un po’ di immaginazione e diverse rotazioni, spinte e trazioni, si potrà dimostrare che esistono solo tre modi di muovere la matita. Prendendone in considerazione uno alla volta, cercheremo di fornire una serie di parametri per l’analisi dei movimenti complessi.
Tenendo dritta la matita, senza bloccare la punta, la si può spingere sulla superficie. Questo tipo di movimento è detto scivolamento ed è un esempio di movimento lineare. Si può far scivolare la punta avanti o indietro, lateralmente o in diagonale. Qualunque direzione della matita si scelga il movimento può essere descritto usando due linee di riferimento: la prima rappresenta il movimento in avanti ed indietro, la seconda a destra e a sinistra.
Se si tiene la punta ferma è possibile muovere la parte libera della matita (la gomma) in avanti ed indietro o da un lato all’altro, e con un certo grado di angolazione intermedio. Questi movimenti che fanno variare l’angolo tra l’asta della matita ed il tavolo, sono esempi di movimenti angolari.
Per descrivere un movimento angolare complesso, in genere, si utilizza un solo particolare termine. Afferrata l’estremità libera della matita, si muova fin quando l’asta non assume una posizione quasi verticale. Tenendo la punta ferma si muova ora l’estremità libera compiendo un cerchio completo. Questo movimento, che corrisponde al percorso che si fa con il braccio quando si disegna un grande cerchio, è molto difficile da descrivere. Gli anatomisti hanno risolto il problema definendo questo movimento angolare con un termine preciso, ovvero circonduzione.
Tenendone ferma la punta e disponendo la matita in verticale, è possibile girarla lungo il suo asse longitudinale. Questo movimento è detto rotazione. Diverse articolazioni permettono una rotazione parziale ma nessuna può ruotare liberamente, poiché tale movimento finirebbe per attorcigliare i vasi, nervi e muscoli che circondano l’articolazione.
Il seguente schema riassuntivo fornisce esempi rappresentativi dei vari tipi di articolazioni sinoviali, basati sulle forme dei capi articolari. Con l’immagine mostrata si potrà mettere in relazione il modello semplificato con gli esempi di ciascun gruppo di articolazioni.
Una volta analizzato il movimento delle articolazioni sinoviali si rende necessario osservare e nominare i termini utilizzati per descrivere i movimenti in riferimento alla posizione anatomica del corpo umano.
I termini di flessione ed estensione descrivono i movimenti delle ossa lunghe degli arti, ma sono anche utilizzati per descrivere i movimenti dello scheletro assile. Per esempio quando si piega la testa verso il petto si flettono le articolazioni intervertebrali del collo. La flessione è un movimento che si compie nel piano anteroposteriore e che riduce l’angolo tra gli elementi ossei che si articolano. L’estensione avviene nello stesso piano della flessione ma incrementa l’angolo tra gli elementi ossei dell’articolazione. Quando un soggetto si trova nella posizione anatomica, la maggior parte delle articolazioni dello scheletro assile ed appendicolare (eccetto la caviglia) sono in completa estensione. L’estensione che continua oltre la posizione anatomica è chiamata iperestensione. La flessione laterale avviene quando la colonna vertebrale si flette su un lato. Questo movimento è più pronunciato nelle regioni cervicale e toracica. La dorsiflessione si riferisce al movimento del ,piede e delle dita verso l’alto come quando ci si poggia sui talloni. La flessione plantare, il movimento opposto, flette l’articolazione della caviglia e curva la pianta e la porzione prossimale del piede, come quando ci si solleva sulle punte. Più semplicemente si può parlare, in questo caso di flessione ed estensione della caviglia, piuttosto che di flessione plantare e dorsiflessione.
L’abduzione e l’adduzione si riferiscono sempre a movimento dello scheletro appendicolare, non a quelli dello scheletro assile. L’abduzione è il movimento di allontanamento dall’asse longitudinale del corpo lungo il piano frontale. L’adduzione è il movimento di avvicinamento all’asse longitudinale del corpo lungo il piano frontale. Allargando le dita della mano o del piede, esse si separano in abduzione perché si allontanano dal dito centrale. Avvicinandole si effettua un’adduzione (le dita della mano si allontanano o avvicinano al dito medio; le dita del piede si allontanano o si avvicinano al secondo dito dopo l’alluce).
La circonduzione è il movimento con cui l’arto descrive nello spazio un cono con il vertice posto nell’articolazione su cui ruota, mentre l’estremità traccia una circonferenza. È un movimento consentito solo ad alcune articolazioni, dotate di mobilità in diverse direzioni: scapolo-omerale (della spalla), coxo-femorale (dell’anca), radio-carpica (del polso), tibio-tarsica (della caviglia), metacarpo- falangea (delle dita della mano).
La rotazione del tronco può avvenire verso destra o verso sinistra. La rotazione degli arti può essere descritta come rotazione mediale o laterale. La rotazione è inoltre descritta prendendo come riferimento una figura in posizione anatomica. La rotazione della testa può avvenire verso destra o verso sinistra. Durante la rotazione mediale, nota anche come rotazione interna o intrarotazione, la superficie anteriore dell’arto ruota verso l’asse maggiore del tronco. Il movimento opposto è chiamato rotazione laterale, rotazione esterna o extrarotazione. Appositi termini sono utilizzati per descrivere la rotazione dell’avambraccio. L’articolazione prossimale tra il radio e l’ulna (articolazione radioulnare prossimale) permette la rotazione del capitello del radio. Mentre l’asse del radio ruota, la sua epifisi distale incrocia in avanti la superficie anteriore dell’ulna. Questo movimento chiamato pronazione muove il polso e la mano dalla posizione con il palmo rivolto in avanti alla posizione con il palmo rivolto indietro. Il movimento opposto, in cui il palmo è rivolto anteriormente, e detto supinazione.
Esistono inoltre una serie di termini specifici che si applicano a particolari articolazioni o a tipi di movimenti inusuali.
L’opposizione è il movimento che effettua il pollice quando ruota verso la superficie del palmo o dei polpastrelli delle dita. L’opposizione consente di afferrare e stringere li oggetti tra il pollice ed il palmo. Coinvolge movimenti della prima articolazione carpometacarpica e della prima articolazione metacarpofalangea. La flessione a livello della quinta articolazione metacarpofalangea può supportare questo movimento.
La protrusione implica il movimento di una parte del corpo in avanti su un piano orizzontale. La retrazione è il movimento opposto. Si protrude la mandibola quando si afferra con i denti inferiori il labbro superiore e la si ritrae quando la mandibola torna alla sua posizione normale. Si protrae la clavicola quando si incrociano le braccia.
L’inversione è il movimento di rotazione della pianta del piede verso l’interno elevando la porzione mediale della pianta. Il movimento opposto è chiamato eversione.
La depressione avviene quando una struttura si muove verso il basso (depressione della mandibola all’apertura della bocca). L’elevazione avviene quando una struttura si muove verso l’alto (elevazione della mandibola per la chiusura della bocca).
Durante le classi di GYROKINESIS® il corpo può sperimentare l’intera gamma di movimenti a sua disposizione: in un viaggio sempre nuovo essi potranno essere esplorati ed assaporati. I limiti di ogni particolare fisicità potranno essere identificati e, con costanza ed allenamento, superati. Gli esercizi proposti dal sistema della GYROKINESIS® doneranno quella consapevolezza e capacità di ascolto necessari affinché avvenga il vero cambiamento.
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