Il ginocchio è una delle articolazioni più complesse del corpo umano. E’ l’articolazione intermedia dell’arto inferiore e modula l’altezza del nostro baricentro con il terreno (la distanza del corpo dal suolo).
Ha una duplice caratteristica:
è stabile in estensione completa, quando il ginocchio è sottoposto a importanti forze dovute al peso del corpo;
è mobile a partire da un determinato angolo di flessione, regalandoci la possibilità, ad esempio di correre o di trovare un appoggio sicuro del piede su qualsiasi terreno.
La stabilità e la mobilità sono due caratteristiche molto diverse e solo l’anatomia e l’importante struttura legamentosa del ginocchio, permettono che questo straordinario meccanismo possa funzionare.
Le ossa coinvolte in questa articolazione sono il femore, la tibia e la rotula (o patella); il perone non partecipa direttamente al lavoro dell’articolazione, ma risulta connesso al femore attraverso il legamento collaterale laterale.
Le superfici ossee dell’articolazione sono ricoperte da uno strato di cartilagine che le rende più lisce, facilitandone il reciproco scorrimento. In particolare la cartilagine articolare è un tessuto elastico dotato di notevole resistenza alla pressione ed alla trazione (è un connettivo specializzato con funzione di sostegno). Ha un colorito bianco perlaceo e riveste il piatto tibiale, la superficie interna della rotula e i condili femorali, proteggendoli dall’attrito. La sua funzione è simile a quella di un cuscinetto ammortizzatore che con la sua azione salvaguarda i normali rapporti articolari e permette il movimento. Il tutto è permesso dalla sua particolare costituzione chimica. All’interno della cartilagine esistono infatti delle cellule, chiamate condrociti, che, specie quando sono giovani (condroblasti), hanno il compito di produrre la cartilagine stessa. Tale sostanza è costituita prevalentemente da acqua, da fibre collageniche, da proteoglicani, da acido ialuronico e da glicoproteine. Al di là dei singoli elementi enunciati, ciò che è importante ricordare è che la cartilagine è composta da una parte fluida, che le dona la capacità di assorbire i traumi e da una parte solida, che aumenta la resistenza.
Anche i menischi sono strutture cartilaginee: hanno forma di mezzaluna e servono sia ad aumentare la stabilità, rendendo congrue le superfici di appoggio, sia ad assorbire gli urti e le forze di carico, agendo come dei veri e propri ammortizzatori. I menischi sono due: uno mediale e uno laterale.
L’articolazione è stabilizzata da quattro robusti legamenti: il legamento crociato anteriore(LCA), il legamento crociato posteriore (LCP), il legamento collaterale mediale (LCM) e il legamento collaterale laterale (LCL). I legamenti sono bande di tessuto connettivo-fibroso che uniscono l'estremità distale del femore all'estremità prossimale della tibia (distale: più lontana dal centro del corpo – prossimale: più vicina al centro del corpo).
Il legamento crociato anteriore (LCA) è lo stabilizzatore statico del ginocchio, opponendosi ai movimenti di dislocazione anteriore del ginocchio, all'iperestensione e alla rotazione interna.
Il legamento crociato posteriore (LCP) è responsabile dello scivolamento dei condili (protuberanze arrotondate all'estremità dell’osso, che permettono a quest'ultimo di articolarsi con le concavità dell'articolazione opposta) durante l'estensione. Ha un ruolo importante nella flessione del ginocchio, durante la quale l'area di contatto tra i condili e il piatto tibiale si sposta anteriormente.
I due legamenti collaterali (LCL e LCM) partecipano al controllo dei movimenti di rotazione e stabilità mediale e laterale del ginocchio.
I movimenti del ginocchio
La flesso-estensione è il movimento principale del ginocchio.
L’estensione è la posizione cosiddetta di riposo o partenza: si può comunque effettuare un movimento ulteriore di estensione, soprattutto passivamente, dalla posizione di partenza di 5°-10°.
La flessione è il movimento che avvicina la parte posteriore della gamba alla coscia e varia in base alla posizione dell’anca:
- flessione attiva: si può eseguire una flessione di 140° se l’anca è flessa, 120° se l’anca è estesa e questo dipende dall’azione dei muscoli ischio-crurali;
- flessione passiva: si può raggiungere la flessione di 160° passivamente portando il tallone al gluteo.
Flettere il ginocchio con anca estesa o flessa cambia a causa dei muscoli biarticolari come il quadricipite e l’ileo-psoas.
La rotazione della gamba attorno al suo asse longitudinale può avvenire solo a ginocchio flesso; per misurare si pone il ginocchio, convenzionalmente, a 90°:
- la rotazione interna è di 30° e da seduto si porta la punta del piede in dentro;
- la rotazione esterna è di 40° e da seduto si porta la punta del piede in fuori;
con altri gradi di flessione del ginocchio i gradi cambiano.
Dolore alle ginocchia
La causa più frequente del dolore alle ginocchia è sicuramente l’artrosi, una malattia degenerativa che interessa le cartilagini di femore e tibia. Può essere definita come una sorta di usura dell’articolazione. Quando la cartilagine si consuma, fino ad esporre le ossa sottostanti, il conseguente attrito crea un danno articolare, che tende inesorabilmente a peggiorare nel corso degli anni.
Recenti studi hanno tristemente messo in evidenza come l’incidenza dell’artrosi sia aumentata nei tempi moderni. Il responsabile della ricerca eseguita su oltre 2000 scheletri presso l’Università di Harvard ha comunicato che “chi è nato dopo la Seconda Guerra Mondiale risulta avere una probabilità di artrosi al ginocchio doppia rispetto a chi è venuto al mondo prima: per ogni specifica classe d’età o peso corporeo, la probabilità di ammalarsi è più alta da metà ‘900 in poi”. L’alimentazione è uno dei parametri ambientali che sembra influire sul verificarsi della patologia. Lo sport, che concettualmente dovrebbe proteggere dall’artrosi, poiché potenzia la muscolatura rendendo l’articolazione più efficiente, oggi si è trasformato in un potenziale fattore di rischio. È fondamentale evitare le attività che sovraccarichino o sollecitino questa delicata struttura in modo scorretto.
Durante le classi di GYROKINESIS® il ginocchio viene allenato in modo specifico per incrementarne, allo stesso tempo, stabilità e mobilità. Oltre che donare sollievo nella quotidianità, fornisce spunti di supporto durante lo svolgimento di attività, più o meno agonistiche, come la corsa, la danza, lo sci. Lo svolgersi degli esercizi in scarico, condizione in cui il ginocchio non si trova costretto a sopportare tutto il peso corporeo, permette un allenamento funzionale privo di potenziali pericoli. Considerato che, escludendo l’artrosi, nell’adulto sono comuni le patologie dei menischi (da trauma o malattie degenerative) e le lesioni ai legamenti crociati, gli strumenti di “ascolto” e di esercizio proposti dal Sistema di Movimento GYROKINESIS® risultano preziosi per sviluppare le potenzialità e per preservare l’incolumità di questa complessa articolazione.
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